Dal 2012 al gennaio 2020 sono in totale 988 in Italia i casi di suicidio per motivazioni economiche, mentre sale a 717 il numero dei tentati suicidi. È l’osservatorio della Link Campus University di Roma a rilevarlo nei suoi studi periodici sul fenomeno del suicidio in conseguenza alla crisi economica.
NON CE L’HO FATTA A REGGERE IL PESO
“Orgoglio, testardaggine e paura di deludere la famiglia, e perciò fare brutta figura, mi facevano diventare sempre più bugiardo. Rimanendo solo non ho trovato altra soluzione che andare a comprare della corda.”( puoi leggere qui il primo capitolo del libro)
Le testimonianze si susseguono: molto spesso uomini, a capo di aziende di piccola e media gestione allocate nel nord Italia. Sentirsi caricati dalla responsabilità di portare avanti un’azienda dove lavorano altre persone è complicato in tempi di “grassa”, figuriamoci nei periodi di “magra”. E poi lavoratori precari e disoccupati che vivono “alla giornata”.
CHI COLPISCE LA CRISI?
La crisi colpisce tutti, questo è un dato innegabile. Colpisce psicologicamente ed economicamente.
I pensionati sarebbero i meno coinvolti perché continuano ad avere la loro entrata mensile. DI fatto sono quelli più fragili fisicamente e maggiormente esposti alla malattia, quindi il rischio che l’allarmismo li porti all’abbassamento delle difese immunitarie e li renda ancora più vulnerabili è molto alto.
I disoccupati: cala il buio sulla mezzanotte! Famiglie di lavoratori precari e “in nero” (categoria presente checchè se ne voglia dibattere) sono estremamente a rischio. I buoni pasto, gli aiuti delle associazioni sembrano non bastare. E la Campania che era già stata segnalata fra le regioni ad alto suicidio di disoccupati, diventa una zona rossa ad altissimo rischio.
Gli imprenditori di piccole e medie imprese, che non siano industrie alimentari (che apparentemente reggono all’instabilità) sono maggiormente instabili. Ognuno ha dovuto, al meglio, reinventarsi. Molti hanno chiuso battenti in attesa che si “aprano le porte” e tutto ricominci. L’INPS ed i suoi 600 Euro messi a disposizione, la cassa integrazione con tutta una serie di deroghe e condizioni che la rendono difficilmente ottenibile, sono solo palliativi.
Le grandi imprese, nella maggior parte dei casi,hanno potuto firmare gli accordi sindacali ancor prima del lockdown, tutelando i loro operai ma esponendosi frontalmente alla crisi finanziaria legata all’enorme esposizione debitoria derivante dai mancati incassi.
Liberi professionisti abbandonati a se stessi, alcuni chiusi per legge e senza nessuna prova di copertura e tutela, considerato che i potenziali clienti sono per la maggior parte inattivi, altri aperti per legge e lasciati in balia delle norme che cambiano repentinamente e delle proroghe all’inseguimento.
COME POSSO SOPRAVVIVERE?
In attesa di misure straordinari di Governo, dovrai imparare a modificare le abitudini di spesa facendo sì che il denaro a disposizione possa consentirti una migliore resa sulla qualità della vita.
Per esempio puoi, fin da subito, verificare il consumo dei sistemi di riscaldamento, cambiare l’aria di casa a riscaldamento spento, puoi spegnere le lampadine dei sistemi elettrici che non servono, puoi approfittare di sconti sulla telefonia e beni di utilità quotidiana. Puoi trattenerti dal cadere nella trappola di abbonamenti, spese superflue di acquisti on line che, a fine settimana, possono incidere in modo importante sul budget familiare.
MA COME RICOMINCEREMO?
Dal 2012 al gennaio 2020 sono in totale 988 in Italia i casi di suicidio per motivazioni economiche, mentre sale a 717 il numero dei tentati suicidi. È l’osservatorio della Link Campus University di Roma a rilevarlo nei suoi studi periodici sul fenomeno del suicidio in conseguenza alla crisi economica.
NON CE L’HO FATTA A REGGERE IL PESO
“Orgoglio, testardaggine e paura di deludere la famiglia, e perciò fare brutta figura, mi facevano diventare sempre più bugiardo. Rimanendo solo non ho trovato altra soluzione che andare a comprare della corda.”
Le testimonianze si susseguono: molto spesso uomini, a capo di aziende di piccola e media gestione allocate nel nord Italia. Sentirsi caricati dalla responsabilità di portare avanti un’azienda dove lavorano altre persone è complicato in tempi di “grassa”, figuriamoci nei periodi di “magra”. E poi lavoratori precari e disoccupati che vivono “alla giornata”.
CHI COLPISCE LA CRISI?
La crisi colpisce tutti, questo è un dato innegabile. Colpisce psicologicamente ed economicamente.
I pensionati sarebbero i meno coinvolti perché continuano ad avere la loro entrata mensile. DI fatto sono quelli più fragili fisicamente e maggiormente esposti alla malattia, quindi il rischio che l’allarmismo li porti all’abbassamento delle difese immunitarie e li renda ancora più vulnerabili è molto alto.
I disoccupati: cala il buio sulla mezzanotte! Famiglie di lavoratori precari e “in nero” (categoria presente checchè se ne voglia dibattere) sono estremamente a rischio. I buoni pasto, gli aiuti delle associazioni sembrano non bastare. E la Campania che era già stata segnalata fra le regioni ad alto suicidio di disoccupati, diventa una zona rossa ad altissimo rischio.
Gli imprenditori di piccole e medie imprese, che non siano industrie alimentari (che apparentemente reggono all’instabilità) sono maggiormente instabili. Ognuno ha dovuto, al meglio, reinventarsi. Molti hanno chiuso battenti in attesa che si “aprano le porte” e tutto ricominci. L’INPS ed i suoi 600 Euro messi a disposizione, la cassa integrazione con tutta una serie di deroghe e condizioni che la rendono difficilmente ottenibile, sono solo palliativi.
Le grandi imprese, nella maggior parte dei casi,hanno potuto firmare gli accordi sindacali ancor prima del lockdown, tutelando i loro operai ma esponendosi frontalmente alla crisi finanziaria legata all’enorme esposizione debitoria derivante dai mancati incassi.
Liberi professionisti abbandonati a se stessi, alcuni chiusi per legge e senza nessuna prova di copertura e tutela, considerato che i potenziali clienti sono per la maggior parte inattivi, altri aperti per legge e lasciati in balia delle norme che cambiano repentinamente e delle proroghe all’inseguimento.
COME POSSO SOPRAVVIVERE?
In attesa di misure straordinari di Governo, dovrai imparare a modificare le abitudini di spesa facendo sì che il denaro a disposizione possa consentirti una migliore resa sulla qualità della vita.
Per esempio puoi, fin da subito, verificare il consumo dei sistemi di riscaldamento, cambiare l’aria di casa a riscaldamento spento, puoi spegnere le lampadine dei sistemi elettrici che non servono, puoi approfittare di sconti sulla telefonia e beni di utilità quotidiana. Puoi trattenerti dal cadere nella trappola di abbonamenti, spese superflue di acquisti on line che, a fine settimana, possono incidere in modo importante sul budget familiare.
MA COME RICOMINCEREMO?
Ricominceremo da tutte quelle che sono le novità e i nuovi potenziali mercati creati volontariamente o involontariamente da questa pandemia. La storia ci insegna che ogni stravolgimento bellico economico sociale ha creato nuovi equilibri e nuovi scenari in cui far ripartire l’economia Nazionale e mondiale. Dove ci sono bassi, dove c’è crisi, c’è rinascita.
Ricominceremo da tutte quelle che sono le novità e i nuovi potenziali mercati creati volontariamente o involontariamente da questa pandemia. La storia ci insegna che ogni stravolgimento bellico economico sociale ha creato nuovi equilibri e nuovi scenari in cui far ripartire l’economia Nazionale e mondiale. Dove ci sono bassi, dove c’è crisi, c’è rinascita.