
Secondo l’immaginario collettivo è molto più probabile che a delinquere e a commettere omicidi sia un uomo piuttosto che una donna. Vi è difficoltà ad associare la figura di donna e madre ad una personalità omicida. In passato ella poteva macchiarsi al massimo di reati quali la prostituzione, l’aborto o l’adulterio. Ma in realtà nel corso dei secoli sono state numerose le donne autrici di omicidi, anche efferati, e fra queste ricordiamo: Isabella di Castiglia, Maria I Tudor detta “La Sanguinaria”, Mary Ann Cotton, considerata vedova di professione, fino ad arrivare a Loredana Cianciulli passata alla storia come “La saponificatrice di Correggio”.
- Differenza fra omicidio seriale maschile e femminile
Le assassine seriali sono da considerarsi differenti rispetto agli assassini maschi. Innanzitutto riescono a portare avanti gli omicidi per anni e risulta difficile per le forze dell’ordine scovarle e rintracciarle. Inoltre attuano metodologie differenti per quanto concerne scelta delle vittime, armi utilizzate e pianificazione degli omicidi.
Nel caso dell’arma usata, la preferita delle donne è il veleno, considerata arma silenziosa e discreta che, se utilizzata bene, non lascia tracce poiché la vittima muore a causa di un’intossicazione non riconducibile, almeno a primo impatto, ad un omicidio.
Scopri ora il nostro MASTER ANNUALE IN PSICOPATOLOGIA DELL’ETÀ EVOLUTIVA
Per quanto riguarda la scelte delle vittime, mentre per gli uomini la scelta può risultare casuale o prediligono vittime con cui non hanno una conoscenza, nel caso delle donne avviene il contrario. Difatti sono solite scegliere le proprie vittime fra persone con le quali possiedono un rapporto. Inoltre gli uomini tendono a spostarsi geograficamente per la commissione degli omicidi mentre le donne restano radicate nella stessa area.
Un altro aspetto importantissimo è il non utilizzo dell’overkilling. Con quest’ultimo si intende l’accanimento non necessario nei confronti delle vittima. Le assassine seriali raramente si accaniscono sulla vittima con tale pratica. Inoltre non si gratificano sessualmente con le vittime.
Scopri ora il nostro MASTER ANNUALE IN EDUCAZIONE E CONSULENZA SESSUALE
- Classificazione dell’omicidio seriale femminile
Per quanto riguarda il loro profilo psicologico, è caratterizzato da una personalità aggressiva, violenta e bisognosa di dominare gli altri.
Fra le tipologie di assassine seriali ritroviamo:
- La vedova nera: Si tratta di una donna che uccide gli uomini con cui ha delle relazioni
ovvero mariti, amanti e componenti della famiglia. Generalmente agisce per un mero interesse economico. Agisce in maniera molto metodica, organizzata e attenta e si presenta come un soggetto estremamente intelligente e manipolativo.
- L’angelo della morte: è una donna che uccide persone affidate alle sue cure. È ossessionata dal bisogno di controllare la vita delle persone di cui si occupa difatti la scelta dell’omicidio proviene dal suo bisogno di dominio.
- La predatrice sessuale: agisce da sola e sceglie le proprie vittime in base al sesso. Per cui il movente è di natura sessuale.
- La vendicatrice: come si evince dal nome stesso uccide le vittime per motivi di vendette e/o gelosia. È motivata nell’omicidio da un suo percepito senso di rifiuto e abbandono.
- L’assassina per profitto: uccide le vittime per un mero guadagno economico.
- L’assassina in gruppo: è una donna che uccide insieme a uomini e/o donne e per svariati motivi.
- L’assassina psicotica: affetta da psicosi che la inducono ad uccidere per un delirio interiore accompagnato da allucinazioni.
Infine è bene tenere in considerazione che come gli uomini, anche le donne che commettono omicidi sono cresciute in famiglie multiproblematiche. Pertanto hanno vissuto un’infanzia costellata da abusi, maltrattamenti e violenze tanto fisiche quanto psicologiche.