
Con il termine “Folie à deux” si indica una sindrome caratterizzata da sintomi psicotici, in particolar modo da deliri condivisi da due persone che hanno un legame particolarmente vicino ed intimo. In genere la coppia è composta da colui che viene definito “primario” e da colui che viene, invece, definito “indotto”. A questo proposito Gralnick descrisse quattro sottotipi di follia a due:
- Follia imposta: in questo caso si intendono tutti quei sintomi sviluppati e manifestati da un individuo che si mostra come attivo e dominante. Vengono adottati da un altro soggetto che, spesso, appare come sottomesso e suggestionabile;
- Follia simultanea: in questo caso due individui che si mostrano particolarmente intimi sono predisposti ad una psicosi e, per questo motivo, sviluppano sintomi in modo simultaneo e nessuna parte sembra dominante sull’altra;
- Follia comunicata: due individui sviluppano una psicosi con un intervallo di tempo differente;
- Follia indotta: due individui, avendo una psicosi preesistente, adottano alcuni sintomi deliranti dell’altro al fine di arricchire ognuno i deliri dell’altra persona.
La Folie à deux può subentrare anche tra sconosciuti?
Nella maggior parte dei casi i soggetti coinvolti in questo tipo di follia appartengono allo medesimo nucleo familiare o fanno parte di una coppia come, ad esempio, marito e moglie. In ogni caso si genera una relazione in cui ritroviamo un rapporto dominante-sottomesso oppure carnefice-vittima. Quindi entrambe le parti non si pongono mai allo stesso livello.
Può essere diagnosticata?
Al fine di ottenere una diagnosi è necessario che siano presenti, tra i due individui, psicosi simili tra di loro. Generalmente il tipo di follia che si manifesta più frequentemente è il caso della cosiddetta “follia imposta”. La diagnosi, per essere accertata, deve possedere tre criteri diagnostici di base ovvero:
- Una persona si troverà a sviluppare un delirio trovandosi a stretto contatto con un altro soggetto che presenta già un delirio stabilizzato;
- Il delirio manifestato tanto dal primo soggetto quanto dal secondo, deve presentarsi come similare;
- La persona che entra in contatto con il soggetto delirante in precedenza non mostrava disturbi psicotici. Inizia a manifestarli nel caso in cui il delirio viene, appunto, indotto da un secondo soggetto delirante.
A tal fine la terapia migliore sarebbe quella di allontanare la persona affetta da deliri dalla persona dominante. Nel caso in cui i sintomi regrediscano nell’arco di due settimane è necessario il supporto di professionisti esperti nel settore. Se suddetti sintomi, invece, non regrediscono nell’arco di due settimane è necessario intervenire anche con una terapia farmacologica a base di antipsicotici.

Autore
Martina Bonofiglio
Martina Bonofiglio nasce a Cosenza il 9 Settembre del 1995. Ha conseguito il 4 Ottobre del 2017 una laurea triennale in Servizio Sociale presso l'Università della Calabria. La sua propensione per l'ambito penale la spinge a conseguire, nel Giugno del 2020, i titoli di: Mediatore penale, Mediatore penale minorile e Mediatore scolastico. Continua a coltivare e a portare avanti anche la sua passione per la Criminologia studiando e conseguendo il diploma di specializzazione in Criminologia e Scienze Forensi presso Formazione Promethes.