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Il gene della criminalità

Negli articoli precedenti si è sempre posto un quesito di fondo: criminali si nasce o si diventa? Esiste un “gene della criminalità”? Alcuni studi incentrati sulla criminogenesi hanno individuato questo gene. È stato localizzato sul cromosoma X ed è mutato nel cosiddetto “MAO-A”. In altre parole questo gene andrebbe a modificare un enzima strettamente collegato al comportamento e all’umore. Attraverso numerosi studi si è notato come bambini soggetti al gene MAO-A siano più propensi, in età adulta, a sviluppare comportamenti aggressivi nel contesto sociale in cui vivono. Questi soggetti possono presentare alcune caratteristiche quali: alti livelli di testosterone, un basso quoziente intellettivo, abbandono scolastico e l’appartenenza a gang. Inoltre il gene MAO-A, collocandosi principalmente sul cromosoma X, tende a colpire più gli uomini che le donne. Difatti è risaputo che le donne presentano due cromosomi X pertanto se dovessero sviluppare il gene della criminalità, avranno un altro gene compensativo. Al contrario, gli uomini presentando un solo cromosoma X sono più soggetti al rischio.


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Dunque la criminalità può essere considerata solo genetica?

Nello specifico la criminalità non può essere considerata solo genetica. Essa è l’insieme di parametri genetici, biologici e sociali. Difatti se da un lato un soggetto possa essere incline al crimine a causa di fattori genetici, dall’altro lato assumono un’importanza fondamentale anche i primi anni di vita di un individuo. Se quest’ultimo si trova a vivere, fin dall’infanzia, situazioni di abbandono, maltrattamenti e violenze tanto fisiche quanto psicologiche, avrà una tendenza al crimine e/o ad atteggiamenti antisociali molto più forti rispetto ad un soggetto nato e cresciuto in un contesto sociale, ambientale e familiare “sano”.

A questo proposito si comprende bene come un soggetto non possa essere definito un criminale solo per caratteristiche biologiche o sociali. Nel momento in cui un soggetto compie un reato è bene analizzare la sua condotta criminosa su più livelli. Oltre ad attuare un’indagine genetica, è bene prendere in analisi il vissuto personale di un soggetto e il suo profilo psicologico.

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Autore

Martina Bonofiglio

Martina Bonofiglio nasce a Cosenza il 9 Settembre del 1995. Ha conseguito il 4 Ottobre del 2017 una laurea triennale in Servizio Sociale presso l'Università della Calabria. La sua propensione per l'ambito penale la spinge a conseguire, nel Giugno del 2020, i titoli di: Mediatore penale, Mediatore penale minorile e Mediatore scolastico. Continua a coltivare e a portare avanti anche la sua passione per la Criminologia studiando e conseguendo il diploma di specializzazione in Criminologia e Scienze Forensi presso Formazione Promethes.

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