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La libera professione: istruzioni d’uso per emergere nel mondo del lavoro

Negli ultimi anni la figura del libero professionista sta prendendo sempre più piede in linea con i cambiamenti socio-economici.

Il libero professionista trentenne è figlio degli anni 80-90, periodo in cui i propri genitori vivevano con contratti strutturati ed una tranquillità economica che permetteva loro di avere una casa e le vacanze di un mese al mare.

Oggi le aziende investono più frequentemente in consulenti e libero professionisti sgravandosi di doveri e mantenendo un rapporto professionale meno impegnativo anche dal punto di vista personale (basti pensare che un rapporto di collaborazione può essere rescisso in pochi giorni). 

O.S.A. od oso? 

In Italia, e nel sud, in particolare l’idea del posto pubblico è ancora un progetto di vita sicuro per molti, basti pensare ai flussi di specializzazioni che negli ultimi 15 anni hanno fatto spostare uomini e donne nel settore della sanità (infermieri, OS, OSA, OSS, OSSS) e negli ultimi 5 anni nel settore dell’istruzione (24 CFU, TFA, 60 CFU). Non sappiamo se questa immensa popolazione abbia scoperto attitudini nascoste o si sia mossa spinta dall’offerta. La realtà ci pone davanti ad una situazione di cui possiamo solo prendere atto.

Una percentuale più sparuta, invece, scansa i concorsi pubblici e si avvicina alla libera professione.

In questo caso si tratta di creare di punto in bianco la propria posizione professionale facendosi conoscere attraverso una serie di contatti di diverso genere: dall’appoggio a studi associati, passa parola, lavoro sui social, creazione di contenuti gratuiti per aumentare la propria visibilità a livello locale e nazionale. I mesi successivi al lockdown hanno visto incrementare le piattaforme online e video consulenze ampliando la possibilità sia avere un bacino di utenza molto più vasto, sia una competizione più alta perché i limiti territoriali sono stati persi. 

A questo punto il libero professionista, mese dopo mese, ha necessità di reinventarsi per non essere annientato dalla massa di “colleghi”. Reinventarsi con il commercio online, le spedizioni di prodotti e servizi.

Da un certo punto il libero professionista ha visto la possibilità di incrementare i clienti, dall’altra la necessità di attivarsi in progetti originali che lo facciano distinguere dalla massa. 

L’asso nella manica 

E veniamo al punto dolente, come si gestiscono tutte queste novità? Come si può essere multitasking ed avere il controllo dei clienti, del tempo e degli spazi di gestione, delle entrate ed uscite economiche, dei progetti mantenendo saldi “i nervi” ed il fisico? 

Ci sono persone che hanno di base, buona attitudine all’organizzazione, altri che non sanno cosa voglia dire organizzare un’agenda. Questo può portare più spesso a livelli di stress, frustrazione e problematiche psicofisiche difficili da gestire a lungo termine.

La confusione genera agitazione fisica e pensieri ingarbugliati. Invece gli eventi (compresi gli imprevisti) sono da gestire. Questo permette di avere una qualità di vita sufficiente tendente al soddisfacente. Spesso infatti il libero professionista, a differenza del lavoratore “che timbra il cartellino”, per essere chiari, ha un carico di responsabilità di ordine superiore perché non è subordinato alle scelte di altri, è Libero in tutto e per tutto. Questa condizione può far smarrire chi ha bisogno di direzione e certezze. Paradossalmente il libero professionista ha un potenziale di guadagno ben più alto del dipendente ed una possibilità di emergere senza pari ma ha necessità di essere disciplinato!

Vita professionale e vita privata

Eppure arrivato ad un certo punto, se viene trascurato lo spazio della vita privata a favore del lavoro, quest’ultimo tenderà a fagocitare il tempo della Vita. Nel consigliatissimo libro “Il monaco che vendette la sua Ferrari” di Robin Sharma, uno dei grandi classici di crescita personale, l’avvocato multimilionario si ritrova a collassare nel bel mezzo della sua arringa…e là si accorge che le priorità sono altre!

La ricetta del libero professionista soddisfatto 

Allora è bene sapere che, per essere un libero professionista soddisfatto, ci sono alcune abitudini da seguire:

  1. Gestisci bene spazi e tempi: c’è un tempo da dedicare al lavoro ed uno in cui spegnere cellulari e bottega. Esci e cambia pagina
  2. Gestisci i tuoi hobby e la tua salute psico-fisica: prenditi il tempo per passeggiare, guardare un film che ti insegni qualcosa, fare una doccia calda, leggere un libro, frequentare la tua famiglia, i tuoi amici. Questi arricchirà la tua vita e ti libererà la mente aprendoti a nuove ed illuminanti idee
  3. Confrontati con persone diverse da te perché arrivato ad un certo punto tenderai a ripetere le stesse azioni ed ottenere gli stessi risultati.
  4. Fai tesoro dei tuoi errori e trova soluzioni per superarli, in questo modo ringrazierai i momenti di crisi perché saranno stati il tuo trampolino di lancio verso nuovi mondi professionali.
  5. Cura il tuo aspetto fisico e la tua salute mangiando e bevendo in maniera semplice, come facevano i nostri nonni che avevano poco e si nutrivano di essenziale.
  6. Abbi cura del tuo sonno, è la tua rinascita quotidiana
  7. Porta avanti i tuoi sogni e le tue attitudini perché sono la tua vera ricchezza. Se ti piace fare una cosa più difficilmente ti arrenderai.
  8. Costruisce un piano di azione concreto e realizzabile.
  9. Datti dei tempi di realizzazione.
  10. Nutri la tua follia e la tua parte creativa.
  11. Sii coraggiosa/o, coerente e determinato/a

Affronteremo nel dettaglio e con calma questi punti nelle prossime occasione; per ora è importante che almeno 3 parole ti siano rimaste impresse perché saranno il tuo personale canovaccio da dove partire o ripartire come professionista e come essere umano! 

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Autore

Graziella Mazza

Psicologa motivazionale, psicoterapeuta strategico breve, docente in analisi del comportamento, intelligenza emotiva e tecniche oliste integrate, applicati nell’educazione, riabilitazione, prevenzione e nella gestione economica.

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