” Tu che vieni nel buio della mia superficie
Sorprendi la mia mente che sola non può concepire
Devo elevarmi all’interno della mia presenza
Per poterti realmente ascoltare
Così contatto e comprendo la tua esistenza
Così contatto e scopro come cavalcarti
Il mio corpo si ammorbidisce e si schiude come una conchiglia
Che, venuta dal mare, mostra luminosa la sua Perla “
– Pedagogista Rita
La nascita è un Rituale di Passaggio per il Bambino.
Lo è anche per la madre e il padre, coppia che si prepara a divenire triade.
Il Bambino SA che per prepararsi alla vita fuori dal grembo ci sono delle tappe da compiere. E queste tappe sono necessarie per allenare tutte le risorse che serviranno per affrontare la vita qui, su questa terra. Affinché sia vera e sia l’autentica manifestazione di ciò che REALMENTE è.
Ecco che, il dolore del travaglio di parto è un DOLORE ALLEATO.
Esso invia i segnali di preparazione, accompagna e guida per tutta la strada ed infine INCORAGGIA ed è lì per RICORDARE di AGIRE FORZA (impegnarsi, con-centrarsi) per COMPIERE ALLA LUCE NOI STESSI. Per imprimere quella buona memoria che permette di ricordarci di noi per tutta la nostra permanenza qui.
È per questo che si viene al mondo. Per CON – CEPIRSI; ci insegna lo stesso Erich Fromm, psicoanalista tedesco.
Nell’umiltà dell’Essere Meravigliosi: la madre china il capo per dire “sì” al figlio; il figlio guarda all’ingiù per onorare la Terra che lo Accoglie e gli dona tutti i frutti a disposizione per crescere ed ESSERE SÉ STESSO.
Lavorando su ciò, uomo e donna smettono di temere il dolore e lo abbracciano come la forma più potente ed elevata di abbandono alla vita e di liberazione.
Affrontare il dolore del travaglio è prima di tutto ACCETTARLO. Accettare che sia quel momento di passaggio che permette ai corpi di madre e bambino di modificarsi ed adattarsi alla nuova vita che vivranno insieme.
Si reciderà un primo cordone, nella consapevolezza che tutto ciò prepara ad un viaggio nuovo, ad una nuova conoscenza fuori dall’utero.
E in questa accoglienza di dolore, nella sua accettazione, si può sentire che la storia genitoriale è fatta di costanti saluti e ricongiungimenti dove quando un ambiente sicuro viene lasciato è perché in quella partenza si sta compiendo una crescita ed una evoluzione dalla quale non si tornerà più indietro ma si potrà soltanto proseguire, andare avanti. Andare oltre. E se lo si fa insieme, questo lavoro, quando la triade si UNISCE in questo passaggio, allora lì si imprime una delle memorie di nascita più importanti: VENIRE ALLA VITA.
Il dolore del travaglio di parto è un pro – cesso nel suo significato etimologico, dal latino “procèssus”: procedere, avanzare.
Così, per accompagnare alla Nascita, il dolore del travaglio si attiva per mettere in moto il processo, anche ormonale, che permette alla parte razionale di disattivarsi momentaneamente per far sì che le resistenze al dolore stesso si facciano da parte per concedere all’ISTINTO di sorgere, di allearsi e allinearsi e di governare una fisiologia che esiste da sempre, da quando la Donna è presente, da quando la Donna è Generatrice.
È un processo di abbandono, estatico, che impone di affrontare momento per momento, di stare in profondo ascolto, di avere protezione e rispetto intorno a sé.
Bisogna divenire INTIMI con questo dolore. È necessario farsi SOFFUSI.
Più si crea con esso intimità più diviene dolce, seppur a picchi impetuoso, ma necessario affinché la marea porti in superficie i doni di un mare sapiente e saporito.
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Autore
Rita Scognamiglio
Psicopedagogista; Counsellor Relazionale Gestaltico; Operatrice di Massaggio Infantile. Ha attivi spazi di accompagnamento e sostegno alla Genitorialità ed alla Famiglia, dalla Gravidanza in avanti.