
Spesso ciò che accade nel mondo che ci circonda non è altro che un riflesso di ciò che vive dentro noi stessi. Se vogliamo comprendere quello che accade nel mondo intorno a noi e il perché degli avvenimenti della vita, non dobbiamo fare altro che ascoltare noi stessi e ciò che ci spinge ad agire in un determinato modo piuttosto che in un altro.
L’illustre Carl Gustav Jung (psichiatra e psicoanalista 1875-1961) affermò che “Tutto ciò che non vogliamo sapere di noi stessi finisce sempre per giungerci dall’esterno e assume la forma di Destino”.
Cos’è la legge dello specchio?
Il mondo può essere paragonato ad uno specchio che riflette i nostri contenuti più nascosti. Jung in particolare, si riferiva alla legge dello specchio in termini di ombra e proiezione: ovvero ogni persona proietta all’esterno, in modo del tutto inconscio e involontario, aspetti di sé stesso non accettati o estranei. Proprio per questo motivo attribuiamo agli altri, aspetti che invece appartengono a noi stessi. In parole un po’ più semplici potremmo dire che La legge dello specchio non è altro che il riflesso di ciò che abbiamo dentro, proiettato sugli altri. Parlo sia di aspetti positivi, ma soprattutto anche di aspetti negativi. Proprio per questo motivo, se vogliamo essere felici non dobbiamo cercare la felicità all’esterno ma dentro noi stessi. Questo discorso ovviamente non vale solo per la felicità, ma anche per tutti gli altri sentimenti.
Potremmo dunque dire che quello che del mondo ci piace in realtà rispecchia aspetti di noi stessi che abbiamo integrato e che ci provocano emozioni e sensazioni positive. Mentre al contrario, ciò che invece del mondo ci urta e dà fastidio, riflette una realtà più profonda che ci appartiene e che ancora non siamo riusciti ad accettare ed integrare. Anche se la realtà è ben diversa: non esiste nulla di brutto né nel mondo e né in noi stessi, basta solo riuscire a comprendere ed integrare. La vita che ci è stata donata ne è la prova e sarebbe un vero e proprio peccato sprecarla pensando solo agli aspetti negativi.
Ciò che doniamo agli altri non è altro che quello che riceviamo indietro; quindi aspetti che albergano dentro ognuno i noi – ad esempio ansie, paure, ostacoli, positività – si manifestano in realtà anche in altre situazioni. Questo cosa vuol dire? Ciò che più temiamo, ci infastidisca o meno, finisce per inseguirci attraverso avvenimenti della vita correlati, in quanto la nostra realtà è formata anche da “specchi” che riflettono la nostra vita interiore.
Durante il mio primo anno di Università ricordo di aver seguito un interessantissimo seminario durante una lezione di psicologia sociale, inerente proprio a questo argomento e ricordo quanto mi abbia colpito fin dall’inizio.
Prima di tutto mi sembra doveroso far riferimento a Freud, secondo cui l’amore ha una radice narcisistica, è sostanzialmente amore per sé stessi. Amiamo dell’altro l’immagine ideale che ci restituisce di noi stessi. “TI AMO = amo attraverso te l’immagine di me che vorrei essere. Come a dire io mi amo a stare con te”. Per Freud, quindi, è nell’amore di sé che origina l’amore per l’altro. Gli amori legati all’immagine, all’ideale, sono amori che dopo il fuoco iniziale si spengono, è “l’amore destinato all’evaporazione rapida”, direbbe Freud, perché narcisistico. Questo è l’amore nevrotico, quello cioè basato sull’Io ideale.
Secondo Massimo Recalcati (psicoanalista e saggista accademico italiano), esiste un amore che dura, l’amore che resiste nel tempo e che quindi non può fondarsi su un Ideale. L’amore che dura supera l’inganno dello specchio e rimane ammirato dall’imperfezione del corpo dell’altro, dalle sue stranezze, dal sintomo dell’altro, e trasforma queste caratteristiche sempre in qualcosa di nuovo che rinnova e mantiene forte il desiderio dell’altro, proprio perché unico ed insostituibile, non rintracciabile, cioè, in nessun altro nuovo.

Autore
Francesca Pettinato
Francesca Pettinato nasce a Soveria Mannelli l’8 ottobre 1999. Dopo aver intrapreso un percorso di studi superiori presso il liceo scientifico L. Costanzo di Decollatura, spinta da una grande passione coltivata nel tempo decide di iscriversi alla facoltà di Scienze e Tecniche Psicologiche presso l’università di Messina, in cui ancora oggi studia per conseguire la laurea triennale.