Psicodiagnosi e Perizia: differenze e complementarità

Due strumenti diversi, un unico obiettivo: comprendere per agire responsabilmente


In ambito clinico e forense, i termini psicodiagnosi e perizia vengono spesso utilizzati insieme, talvolta persino confusi. Eppure, questi due strumenti – sebbene fortemente intrecciati – rispondono a logiche, finalità e cornici differenti.

Comprendere la distinzione tra psicodiagnosi e perizia è fondamentale per chi lavora come psicologo, educatore, consulente tecnico o perito, ma anche per chi intende formarsi in questo campo. In questo articolo analizziamo le differenze chiave, ma anche le aree di complementarità tra i due approcci, per offrire uno sguardo chiaro e consapevole su un terreno tanto delicato quanto strategico.

Che cos’è la psicodiagnosi?

La psicodiagnosi è il processo clinico di valutazione psicologica di un individuo, realizzato attraverso colloqui, osservazioni, test standardizzati e strumenti diagnostici.
Il suo scopo principale è quello di comprendere il funzionamento psichico della persona, formulare un inquadramento diagnostico e orientare un eventuale intervento terapeutico, educativo o riabilitativo.

  • Finalità: clinica, conoscitiva, orientativa
  • Contesto: servizi sanitari, psicoterapia, sostegno psicologico
  • Esito: restituzione al paziente, con ipotesi diagnostica e proposta di trattamento

Che cos’è invece una perizia psicologica?

La perizia (o consulenza tecnica d’ufficio, nel caso sia richiesta da un giudice) è una valutazione specialistica richiesta nell’ambito di un procedimento giuridico, con lo scopo di offrire al giudice una risposta tecnica su quesiti specifici di natura psicologica.

Esempi di perizia:

  • Valutazione della capacità genitoriale in cause di affido
  • Stima del danno psichico in caso di trauma
  • Verifica della imputabilità in ambito penale
  • Esame della capacità di intendere e di volere

  • Finalità: tecnico-legale, oggettiva, probatoria
  • Contesto: tribunali civili, penali, minorili
  • Esito: relazione scritta depositata e utilizzata ai fini giudiziari

Le differenze fondamentali (a colpo d’occhio)

AspettoPsicodiagnosiPerizia Psicologica
ObiettivoComprendere il funzionamento psichicoRispondere a un quesito giuridico
DestinatarioLa persona valutataIl giudice o il committente tecnico
ContestoClinico, educativo, terapeuticoForense, giudiziario
RelazioneDi cura e alleanzaNeutrale, terza, non terapeutica
MetodoColloqui, test, osservazione clinicaColloqui, test, analisi documentale
EsitoDiagnosi, orientamentoParere tecnico vincolante/non

Ma allora… dove si incontrano?

La psicodiagnosi e la perizia non sono in opposizione: anzi, si integrano.
Ogni buona perizia, infatti, contiene (o dovrebbe contenere) una solida valutazione psicodiagnostica. Per poter rispondere a un quesito peritale, il professionista deve avere un’idea precisa e argomentata del funzionamento psicologico della persona coinvolta.

La psicodiagnosi, dunque, è spesso una parte fondante della perizia.
Ma va condotta con criteri forensi: maggiore oggettività, attenzione all’imparzialità, rispetto del codice deontologico e consapevolezza del contesto giuridico.

Le attenzioni specifiche in ambito forense

Chi lavora nella psicodiagnosi forense deve tenere presenti alcune precauzioni specifiche:

  • L’alleanza terapeutica non è possibile: il periziando non è un paziente, ma un soggetto valutato.
  • Ogni affermazione va documentata: ciò che si scrive nella perizia può incidere su diritti fondamentali.
  • Il linguaggio deve essere chiaro e tecnico, non clinico-emotivo.
  • Non si formulano giudizi morali, ma si offrono risposte tecniche a domande precise.

Un esempio pratico: il caso dell’affido genitoriale

Immaginiamo una causa civile in cui il giudice deve decidere a quale genitore affidare il minore.
Richiede una perizia psicologica per valutare la capacità genitoriale di entrambi. Cosa succede?

  1. Il perito (CTU) incontra i genitori, il bambino, osserva le interazioni.
  2. Somministra test psicodiagnostici (es. MMPI, Rorschach, test relazionali).
  3. Analizza documenti pregressi, referti clinici, relazioni scolastiche.
  4. Integra le informazioni in una relazione peritale, rispondendo al quesito del giudice.

In questo caso, psicodiagnosi e perizia si intrecciano, ma il fine resta giuridico.

Psicodiagnosi: clinica vs forense – stessa tecnica, contesto diverso

Molti strumenti sono comuni in entrambi i contesti (Rorschach, WAIS, test di personalità, interviste strutturate), ma il modo in cui si usano e si restituiscono cambia radicalmente.

StrumentoIn ambito clinicoIn ambito forense
ColloquioRelazione empatica, ascolto profondoRaccolta dati, osservazione oggettiva
Test proiettiviEsplorazione del mondo internoAnalisi strutturata, supporto alla perizia
RestituzioneAl paziente, per il cambiamentoAl giudice, per decisione

Come prepararsi? La formazione è la chiave

La differenza tra una buona perizia e una relazione inefficace sta nella formazione del professionista.
Per questo Promethes ha creato il Master in Psicodiagnostica Clinica e Forense nel ciclo di vita, un percorso annuale che:

✅ Integra teoria e pratica
✅ Insegna a usare i test in contesti clinici e forensi
✅ Forma alla stesura di relazioni psicodiagnostiche e peritali
✅ Prevede laboratori, supervisioni e simulazioni reali
✅ È costruito per psicologi e laureati in discipline affini

Non basta conoscere i test: serve saperli usare con responsabilità, rigore e consapevolezza del contesto.


Conclusioni

Psicodiagnosi e perizia sono due volti della stessa professionalità: quella dello psicologo che sa osservare, valutare, comprendere e restituire.
La prima si muove nel campo della cura, la seconda nel campo della giustizia.
Ma in entrambe serve competenza, etica e formazione continua.

Oggi più che mai, la figura dello psicologo esperto in valutazione clinico-forense è centrale in una società che richiede strumenti precisi per leggere il disagio, proteggere i minori, valutare la responsabilità.


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